Caro Omar, (*)
Ho visto con un certo sgomento i due video, che tu hai postato su Facebook, inerenti alla mostra Unexpected Israel. [youtube width=”200″ height=”160″]http://www.youtube.com/watch?v=6_Czdf03sR0[/youtube] [youtube width=”200″ height=”160″]http://www.youtube.com/watch?v=2iwLSCVr3FI [/youtube]
In quei video siete presenti tu e Ahmed, rispettivamente Presidente e Vice Presidente dei Giovani Musulmani d’Italia. In quei filmati viene derisa la kermesse israeliana con toni e modi puerili che non si addicono al presidente ed al vicepresidente della più importante organizzazione giovanile musulmana in Italia.
Purtroppo in questi filmati capziosi avete deriso una società, quella israeliana, che molte volte ha dimostrato di essere più avanti della classe dirigente che esprime. Vedo in questo un parallelismo evidente tra la società israeliana e quella della nostra Italia.
La mostra Unexpected Israel è stata molto importante perché ha fatto vedere ai cittadini milanesi un lato di Israele che poco si conosce. Ad esempio le grandi competenze dello Stato Ebraico nel campo della agricoltura, della medicina, della letteratura, e nella apertura nel campo dei diritti delle minoranze, ad esempio sul tema delle coppie di fatto, anche omosessuali. Appunto per questo, ho trovato veramente fuori luogo il vostro video. Beffeggiare questa mostra, da parte della vostra organizzazione, mi sembra molto miope da un punto di vista politico e soprattutto culturale. Personalmente, e mi auspico che ciò accada, vorrei che la nostra Milano ospitasse anche una mostra intitolata Unexpected Palestina, grazie alla quale la cittadinanza potrebbe venire a conoscenza della ricchissima cultura palestinese. Perché parlare della cultura dei popoli fa abbattere quelle importanti barriere che ostacolano gli esseri umani a conoscersi e a capirsi. Qualora si dovesse fare una mostra sulla cultura palestinese, se, ad esempio, l’unione giovani ebrei d’italia pubblicasse dei video su Youtube del vostro stesso tenore, cioè facendo vedere gli attacchi terroristici che hanno lasciato sul terreno molti civili innocenti, o il fatto che nello statuto di Hamas c’è scritto senza mezzi termini che gli ebrei devono essere buttati a mare, oppure sul fatto che i soldi dati all’ANP sono serviti a non creare infrastrutture ma a finanziare i libri di testo dove c’è scritto che gli ebrei sono dei porci assassini, tutto il mondo ebraico istituzionale condannerebbe una azione di questo genere, perché vorrebbe dire essere miopi. Per fortuna, e ne sono certo, nella dirigenza dell’UGEI non potrebbe mai accadere una cosa di questo genere. Ti ho scritto tutto questo per dimostrarti che la realtà è più complessa da quella che voi descrivete in quei video. Nel conflitto israeliano-palestinese, probabilmente non si scontrano un torto ed una ragione, ma, come ha detto bene Piero Fassino, si scontrano due ragioni. Tutti gli uomini di fede e di pace devono auspicare che in Medio Oriente si arrivi ad una soluzione che preveda due popoli e due stati, democratici, che convivano uno al fianco dell’altro. Una soluzione che preveda da un lato che Israele possa vivere in pace e sicurezza e, dall’altro, che finalmente nasca uno Stato Palestinese indipendente. Sulle responsabilità di questa situazione di stallo, è inutile negarselo, c’è una profonda divergenza di vedute tra l’UGEI ed il GMI, per questo, volutamente, le due organizzazioni negli anni hanno messo un po’ da parte il confronto su questo tema. Inoltre, credo che filmati di questo genere non facilitino di certo il dialogo tra le nostre due realtà. In questi anni, dalla firma del documento comune contro il terrorismo nel 2002, fino alle varie iniziative volte al dialogo organizzate tra le nostre organizzazioni, abbiamo dato al Paese un segnale importante. Dimostrando che le nostre due realtà possono dialogare e confrontarsi sul destino del nostro Paese. L’Unione Giovani Ebrei d’Italia, in questi anni, si è distinta su questi temi, organizzando dibattiti sul tema di una nuova legge sulla cittadinanza, sulla libertà di religione nel nostro Paese e sull’importanza del dialogo interreligioso. Invitando nei principali dibattiti la vostra organizzazione. Inoltre, come non ricordare le battaglie comuni intraprese, insieme, su dei temi fondamentali quali il diritto alla macellazione Halal e Kasher, diritto che certe forze politiche islamofobiche volevano negare ai cittadini musulmani e di conseguenza a quelli ebrei. Come dimenticare della forte presa di posizione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane contro l’ipotesi di una legge sulle impronte digitali da chiedere ai soli cittadini stranieri. Proposta che celava un fondo preoccupante di razzismo ed islamofobia. Infine, come possiamo non ricordarci del dibattito organizzato dall’UGEI, sotto la presidenza di Tobia Zevi, tenutosi alla Camera dei Deputati dal titolo ” Guerra e pregiudizio. Islamofobia e Antisemitismo tra ostilità e convivenza”. Caro Omar, Purtroppo, devo constatare che negli anni della tua presidenza, il GMI ha intrapreso delle azioni che hanno allontanato dal dialogo le nostre due realtà. Dalla vostra presenza in certe manifestazioni per nulla moderate contro Israele, all’adesione del GMI alla manifestazione del gennaio 2009 contro l’operazione militare su Gaza, che andò oltre la critica legittima allo Stato di Israele, ma rasentò invece il più bieco antisemitismo.
Infine, credo, che queste vostre ultime azioni, abbiamo portato ad una distanza molto profonda tra il vostro mondo e la società italiana. Le precedenti presidenze del GMI avevano dato dei messaggi politici importanti al nostro Paese, segnali di un Islam italiano legato chiaramente alla tradizione che però si confà perfettamente ai valori della nostra costituzione. Queste ultime vostre prese di posizione, l’espulsione con motivazioni poco chiare di Khalid Chaouki, uno dei più importanti architetti del dialogo tra i nostri mondi, vi hanno fatto allontanare in maniera preoccupante dal giusto cammino che avevate intrapreso. Alle volte, è segno di maturità politica e istituzionale ammettere di aver fatto un errore, e quel video, caro Omar, purtroppo lo si deve qualificare come tale. Spero che questo vostro gesto non pregiudichi i rapporti tra le nostre due realtà e che i canali del dialogo si riaprano in fretta. Spero che i giovani musulmani, dopo la pubblicazione di questi video, diano un segnale di apertura e riprendano l’unica strada che tutti noi dobbiamo perseguire. Quella del dialogo. Nella dignità delle reciproche differenze.
Con stima e affetto.
Daniele Nahum – Vice Presidente Comunità Ebraica di Milano
Daniele Nahum è parte del Comitato d’Onore di Equality Italia
(*) si tratta di Omar Jibril, Presidente dei Giovani Musulmani d’Italia, in seguito alla sua pubblicazione del video “Occupazione israeliana in Piazza del Duomo”