Di Daniela Fassini – Avvenire 18 Aprile 2012
Una serie di incontri, nelle nove zone della città per parlare di diritti, dalla laicità all’affettività. Due temi cari all’amministrazione comunale ma al centro di polemiche e battaglie in città. È pronto per partire il tour cittadino promosso dal Pd, con l’obiettivo di condividere il dialogo e «superare le polemiche mediatiche ». Registro delle unioni civili e moschee saranno i due temi ‘clou’ che verranno discussi con i milanesi dai principali rappresentanti del Pd. Le prove generali, ieri, a Palazzo Marino, dove si è svolto l’incontro ‘Laicità, religioni e famiglie – Dal registro delle coppie di fatto ai luoghi di culto’ promosso dal gruppo consiliare democratico e da Equality Milano, l’organizzazione «trasversale » che opera per i diritti civili. Fra i relatori, il vicesindaco Maria Grazia Guida, la capogruppo del Pd a Palazzo Marino, Carmela Rozza, la presidente della commissione affari istituzionali del Comune, Marilisa D’Amico e Rosaria Iardino di Equality Italia. «Vogliamo andare a sfatare i luoghi comuni – spiega Rosaria Iardino – in città non c’è conoscenza reciproca su alcuni temi specifici quali ad esempio il registro delle coppie di fatto o le diverse confessioni religiose ». Per il vicesindaco, Maria Grazia Guida, si tratta di medicare «una città ferita, amministrata in passato sul senso delle divisioni». «Vogliamo una città globale – ha aggiunto – aperta ai cambiamenti, a partire dal modo di essere e di credere». E, in particolare, sul registro delle coppie di fatto, se da una parte «è necessario un dialogo più ampio a livello legislativo, Milano può, tuttavia fare la sua parte per riconoscere nuove forme per dare valore a quei diritti importanti che possano valere soprattutto nei momenti difficili della vita», ha detto Maria Grazia Guida.
Ma Carmela Rozza è più pragmatica. E nel confronto con i cittadini non nasconderà il vero obiettivo del registro: «Vogliamo trattare questi temi senza ipocrisia – ha spiegato – le coppie di fatto oggi sono già garantite. La vera differenza è che le coppie eterosessuali possono decidere di sposarsi o no, le coppie gay non hanno questa scelta. Il registro è un compromesso: la sinistra chiede allo Stato di legiferare».
Ma il Pd pensa anche al dopo registro: «I provvedimenti del consiglio comunale dovranno pertanto far riferimento alle coppie sposate e a quelle iscritte nel registro – spiega Marilisa D’Amico – L’iscrizione sul registro permetterà da subito, ad esempio, di riconoscere la parentela prossima».
Ma le polemiche, di sicuro, non mancheranno.
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