Dopo approfondita e gustosa lettura della proposta di legge di Carlo Giovanardi, sui contratti di convivenza e di solidarietà, possiamo affermare con serenità che l’esponente del PDL, per negare ogni tipo di dignità delle coppie gay in quanto tali, ha snocciolato una proposta assolutamente appetibile per chi in Italia, in coppia eterosessuale, vuole fuggire dal matrimonio civile, che come si sa avrebbe bisogno di una robusta riforma. Per impedire che vi sia un chiaro riconoscimento pubblico degli amori omosessuali, il vulcanico esponente della destra cattolica italiana, si inventa un contratto in bilico tra il diritto privato e quello pubblico, che si occupa essenzialmente di regolare aspetto concreti, anche importanti, attraverso un contratto stipulato davanti al notaio, da chiunque, non sia legato da matrimonio, quindi pure fratelli, sorelle, cugini, ecc. ecc. Una sorta di bancarella delle tutele concesse (con limiti temporali) basta che non si parli di amore, reciproco aiuto morale. Insomma per non nominare nella legislazione italiana le unioni gay Giovanardi s’inventa un pasticciato articolato, che accoglie tutti, non riconosce nessuno, si prefigura come un concreto strumento di contro regolazione dei rapporti di convivenza nei confronti del matrimonio. Come sempre, quando non si capisce nulla della materia, invece di affrontare questioni profonde come la riforma del matrimonio, del diritto di famiglia, della parità dei figli di tutte le genitorialità, si lanciano proposte, che comicamente sono ben assai “pericolose” per l’integrità dell’istituto matrimoniale, così come ogni giorno chiedono gerarchie e politici cattolici. Rammentiamo che l’esempio concreto che ci proviene da tutti gli Stati del mondo dove sono state approvate, dimostra invece che le leggi che ampliano il matrimonio alle coppie gay, o riconoscono le unioni omosessuali, non hanno in alcun modo intaccato il numero dei matrimoni eterosessuali.
Aurelio Mancuso presidente Equality Italia