Erano trent’anni che attendevamo questa legge, che oggi sana in buona parte lunghi decenni di discriminazioni ed esclusioni. Milioni di fantasmi sociali finalmente sono riconosciuti dalla legge italiana, che per troppo tempo ha ignorato le indicibili sofferenze delle famiglie eterosessuali nate fuori dal matrimonio e degli amori omosessuali. In questo giorno di grande felicità, cui purtroppo per le furbizie e i tatticismi di alcuni partiti, è mancato il risultato della tutela dei bambini delle famiglie arcobaleno, è doveroso ricordare che senza il grande e paziente movimento lgbt italiano, tutto questo non sarebbe stato possibile. Nel nostro paese l’emersione dalla clandestinità delle persone omosessuali è una moderna epopea che dalla fine degli anni ’60 a oggi ha cambiato la cultura in Italia, permesso che migliaia di giovani e ragazze prendessero coraggio e cancellassero il marchio infame “dell’amore che non osa pronunciare il suo nome”. La comunità lgbt italiana non ha mai gettato la spugna, nonostante una politica che ha altalenato tra atteggiamenti furbeschi all’indifferenza, fino all’avversione. In questa giornata storica, nuova tappa del progresso, come lo furono quelle del divorzio, del diritto di famiglia, dell’interruzione di gravidanza e della violenza contro le donne, vogliamo ricordare quattro donne che avviarono la discussione nel 1986, di una legge sulle unioni civili: Romana Bianchi, Ersilia Salvato, Angela Bottari ed Agata Alma Cappiello che nel 1988 depositò la prima legge sulle unioni civili omosessuali. E’ infine, giusto riconoscere che il premier Matteo Renzi, ha mantenuto fede agli impegni assunti e, di questo va ringraziato. Non era facile per una maggioranza composta da partiti assai lontani per visione e cultura politica, approvare questo testo di legge. Ora che un primo passo è stato fatto, prosegue l’impegno di Equality Italia, rispetto a molti altri provvedimenti: dalla riforma della legge sulle adozioni, alla definitiva approvazione da parte del Senato della legge sul cambio del cognome,dal matrimonio egualitario a una buona legge (differente da quella approvata alla Camera) sull’omotransfobia.
Aurelio Mancuso presidente Equality Italia