Una notte di guerriglia per le strade di Genova, ultras dell’estrema destra nazionalista serba che tengono sotto scacco le forze dell’ordine italiane, così come avevano fatto pochi giorni fa a Belgrado al Gay Pride, ci deve interrogare tutti. Quello che è avvenuto a Genova è solamente l’ultimo clamoroso atto portato avanti da organizzazioni razziste e omofobe della Serbia, che possono contare su potenti appoggi in patria e sulla solidarietà di tante organizzazioni violente presenti anche in Italia. Per questo Equality invita il mondo del calcio italiano a non vivere questo gravissimo episodio come straordinario e frutto di una particolare situazione interna alla Serbia. Tutte le volte che si tiene una partita di calcio professionista o minore, si assistono a decine di episodi di violenza, di insulti nei confronti degli immigrati, dei gay, dei disabili, delle donne. Questa aggressività e odio, sono naturalmente indice di un imbarbarimento generale delle società moderne, di inadeguate risposte sociali e culturali da parte delle classi politiche, ma non possono in alcun modo esser sottovalutate. Manca nel mondo del calcio, tra i responsabili della Lega e della Federazione, delle Società, del sindacato dei giocatori, una reale volontà a predisporre strumenti concreti di contrasto, di far comprendere, anche attraverso chiare e precise parole di presa di distanza, che queste frange di delinquenti che si nascondo troppo spesso dietro l’appellativo di ultras, devono essere isolate. Altrimenti questi cori fatui di condanna comporranno come sempre il solito teatrino dell’ipocrisia, che immediatamente deve far posto ai ben più importanti affari che sostengono un mondo sempre più in crisi.
Aurelio Mancuso – presidente di Equality Italia