Duemila arresti, oltre venti morti: è questo il bilancio – del tutto provvisorio – della repressione delle proteste in Iran. Le ragioni della protesta sono note: in primis il discontento economico e, collegato a questo, lo sconforto verso le politiche di un regime sempre più repressivo. A riprova di quest’affermazione, si ricorda lo slogan gridato dai manifestanti “Ne Gaza, Ne Libano, la mia vita solo per l’Iran”.
Le reazioni a queste proteste sono state diverse. Per un verso l’Amministrazione Trump e buona parte del mondo arabo, hanno duramente condannato le violenze del regime e sostenuto le manifestazioni popolari. L’Europa, invece, ha passato giorni ad osservare, prendendo una timida posizione sul diritto di manifestare degli iraniani, solamente dopo giorni e giorni di violenze.
Il regime iraniano, invece, ha reagito come al solito: per Teheran, infatti, la colpa di questa nuova “sedizione” sono i soliti nemici esterni, Israele, Stati Uniti e Arabia Saudita in testa. A questi nemici, quindi, se ne è aggiunto uno interno, l’ex Presidente Ahmadinejad, da tempo in rotta di collisione con una parte della fazione conservatrice, alleata di Rouhani (la famiglia Larijani in testa). Secondo i media arabi, Ahmadinejad sarebbe stato arrestato a Shiraz e sarebbe oggi costretto agli arresti domiciliari, al pari di Mir Hossein Mossavi e Mehdi Karroubi, i due leader dell’Onda Verde da anni costretti a casa, senza neanche aver subito un regolare processo.
Mentre tutto questo accadeva, un uomo restava impassibile nelle sue posizioni: Massimo D’Alema. Completamente silenzioso sugli abusi dei diritti umani da parte di Teheran e sulle recenti repressioni delle proteste popolari, il leader di Liberi e Uguali ha pensato bene di volare a Teheran, per partecipare a una conferenza sulla Sicurezza. In quest’occasione, senza alcun ritegno, D’Alema ha incontrato il ministro degli Esteri iraniano Zarif. Neanche a dirlo, almeno secondo la stampa iraniana, in quell’occasione D’Alema non ha minimamente fatto menzione degli abusi del regime iraniano ma, al contrario, ha sostenuto con forza la necessità di approfondire le relazioni tra Europa e Teheran.
Tutto questo – sempre per la cronaca – andava mentre il regime iraniano annunciava la cancellazione dell’insegnamento dell’inglese nelle scuole primarie e la messa al bando degli hamburger…simboli del male dei valori Occidentali…valori di cui, evidentemente, D’Alema non è parte…
Fonte:
http://ifpnews.com/exclusive/italys-ex-pm-calls-enhanced-iran-eu-ties/