Consigliere di Obama per i diritti civili e nipote dello storico attivista gay Harvey Milk, Stuart è in questi giorni in Italia per una serie di incontri con esponenti istituzionali e associazioni del mondo Lgbt In un film del 2008 uno Sean Penn da premio Oscar ha interpretato la storia, vera, di Harvey Milk. L’attivista omosessuale americano che è stato il primo gay a essere eletto, al quarto tentativo, a una carica pubblica. Una pietra miliare nella lotta per il riconoscimento dei diritti civili della comunità Lgbt (lesbian, gay, bisexual e transgender). In questi giorni il nipote di Harvey, Stuart Milk, consigliere per i diritti civili del presidente degli Stati Uniti Barack Obama è in Italia per una serie di conferenze e di incontri organizzati dall’associazione Equality Italia, la “rete trasversale dei diritti civili”.
Milk è arrivato in Italia alla vigilia dell’avvio dell’iter parlamentare della legge contro l’omofobia. Una proposta ferma da quasi mille giorni in commissione giustizia e sui cui sembra difficile arrivare ad un accordo bipartisan. In una tavola rotonda alla Camera, cui hanno partecipato anche le associazioni Lgbt Wda, Rete genitori Rainbow, Certi Diritti, Milk ha rimarcato quanto sia importante approvare una legge contro l’omofobia, motivo per il quale si è spinto a lanciare un appello a tutti i primi ministri del mondo, chiedendo ai governi di difendere i diritti civili degli omosessuali.
Accompagnato dal presidente dal presidente di Equality Italia, Aurelio Mancuso, Milk ha incontrato esponenti del mondo politico e istituzionale italiano, come il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna, il presidente della Camera Gianfranco Fini, il presidente del Partito democratico Rosy Bindi e il presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti. Ma sulla possibilità di ottenere un’accelerazione della legge contro l’omofobia, la deputata del Pd Paola Concia mette in guardia da facili ottimismi. “Purtroppo – ha dichiarato – abbiamo una destra che, eccezion fatta per Futuro e Libertà, non si lascia trascinare in questa battaglia. Le battaglie sui diritti civili non sono né di destra né di sinistra ma spesso sono i partiti progressisti ad essere trainanti”.
Se qualche ostacolo si intravede sull’iter della legge, ben più ardua sembra la strada che porti a una regolarizzazione delle coppie di fatto. Sandro Gozi, capogruppo del Partito democratico alla Commissione per le Politiche dell’Unione europea, ha presentato un disegno di legge in commissione per introdurre in Italia le “unioni registrate”, ovvero le unioni civili, in parte già riconosciute in Europa. Lo sbarramento di fuoco avviato da Pdl e Lega, racconta Gozi, è già altissimo e pronto ad inasprirsi.
Per oltrepassare questi muri le associazioni Lgbt, secondo Milk, devono essere presenti in tutti gli ambiti, fare pressione su tutte le istituzioni. “Ma nei paesi di antiche tradizioni come l’Italia – dice Milk – certi processi di cambiamento sono più lenti. Alcuni cittadini fanno fatica a cambiare le loro idee e le loro convinzioni. Proprio per questo motivo bisognerebbe fare di più, iniziando proprio dai partiti progressisti”. (Fonte Il Fatto Quotidiano – articolo di Marco Esposito)