“Mentre oggi la ministra della famiglia francese Dominique Bertinotti annuncia che entro un anno sarà approvato il matrimonio gay, Mimmo Lucà, capo dei Cristiani Sociali del Pd, ha riproposto il suo progetto di legge sul riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. La coincidenza è curiosa, ma non casuale. Quello presentato oggi in una conferenza stampa a Torino, infatti, è un progetto di legge che risale al lontano 2008 e viene riesumato in ragione dello scontro interno al PD che si è acceso recentemente su questi temi”. E’ il commento di Aurelio Mancuso e Andrea Benedino, di Equality Italia. “Nel merito – spiegano in una nota il presidente di Equality e il portavoce per il Piemonte – si tratta di nient’altro che della riproposizione dei famigerati Dico, ovvero di un modello giuridico che mira a riconoscere esclusivamente alcuni limitati diritti agli individui che compongono un’unione di fatto, senza riconoscere giuridicamente l’unione in quanto tale, in un equilibrio tra diritti e doveri che vengono posti in capo alle persone totalmente squilibrato a favore dei doveri e non dei diritti”. Con questa legge, che nega di fatto alle unioni stabili tra persone omosessuali alcun tipo di riconoscimento della loro dignità sociale, civile e giuridica, si ripropone un modello molto simile all’apartheid, come nell’Alabama degli anni ’50 ai tempi di Rosa Parks, in cui ai cittadini di colore erano riservati solo alcuni posti sugli autobus separati rispetto a quelli per i cittadini bianchi” attaccano. “Rincuora sapere che i parlamentari Pd Antonio Boccuzzi, Ileana Argentin e Sandro Gozi hanno in queste ore ritirato la loro firma, a suo tempo apposta in buona fede, a questo disegno di legge, consapevoli che andrà condotta su questo tema una battaglia più coraggiosa, come peraltro ha ben detto il segretario Pd Bersani nella sua lettera agli organizzatori del Pride nazionale. Moltissimi cattolici elettori e iscritti al Pd non condividono la deriva discriminatoria proposta da Lucà e da altri parlamentari cattolici, e ci attendiamo che facciano sentire in questi giorni la loro voce” concludono Mancuso e Benedino.
