Nulla di meno naturale della famiglia, si potrebbe dire. Famiglia e coppia sono tra le istituzioni sociali più oggetto di regolazione che ci siano. È la società che di volta in volta definisce quali dei rapporti di coppia e generazione sono “legittimi” e riconosciuti come famiglia, e quindi hanno rilevanza sociale e giuridica, e quali invece non devono avere riconoscimento e sono lasciati nell’informalità, quando non nell’illegittimità. Storicamente e nelle diverse culture queste definizioni – chi/che cosa è incluso e con quali conseguenze – sono cambiate, così come sono mutati i soggetti cui è riconosciuto il diritto/dovere di normare che cosa è famiglia e quali sono le obbligazioni e responsabilità connesse ai legami familiari, la distinzione, o viceversa l’assimilazione, tra coppia e famiglia. Su queste differenze che hanno una lunga storia si innestano oggi, soprattutto nei paesi sviluppati, i mutamenti prodotti da processi di tipo sia demografico sia culturale. Le migrazioni rendono visibili, e trasportano da un paese all’altro, le differenze normative e culturali nei modi di intendere e regolare la famiglia, i rapporti di coppia e di generazione. L’invecchiamento della popolazione ha radicalmente cambiato la forma delle parentele e i ruoli generazionali. L’aumento delle coppie di fatto e la richiesta degli omosessuali di vedersi riconosciute le proprie unioni stanno modificando sia l’idea di coppia sia i processi di formazione della famiglia. Le possibilità offerte dalle tecniche di fecondazione assistita, infine, rompono l’ovvietà del legame biologico tra chi è genitore e chi genera. Sono cambiamenti cui i paesi danno risposte parzialmente diverse e che in Italia cominciano a essere affrontati solo ora. All’incrocio di demografia, storia, cultura e norme la famiglia si presenta insomma come un fenomeno cangiante, come un caleidoscopio, più che in crisi, in tensione per i cambiamenti che la attraversano.
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