Il 2 giugno scorso l’Hojatoleslam Ebrahim Hosseini – Responsabile della Preghiera del Venerdi di Saveh, città al centro dell’Iran – ha dichiarato che, durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali, “coloro che indossavano scialli bianchi e portavano simboli versi e viola della sedizione, ricordavano le prostitute che attaccavano una bandiera viola fuori dai bordelli, durante l’epoca pagana”.
Tradotto in due parole, le donne che hanno votato per Rouhani sperando in un cambiamento – non avvenuto neanche durante il primo mandato del rieletto Presidente – sono delle “zoccole”, colluse con il movimento di protesta dell’Onda Verde (conosciuto tra i sostenitori del regime come il movimento di sedizione 88).
Per la cronaca, indossare in Iran uno scialle bianco è diventato il simbolo della protesta delle donne iraniane contro il velo obbligatorio (il viola invece è il simbolo della campagna elettorale di Rouhani). Una protesta pacifica che sta continuando anche dopo le elezioni ogni mercoledì. La protesta ha anche un apposito hashtag, #whitewednesday.
Le parole di Ebrahim Hosseini hanno generato la protesta dei parlamentari sostenitori del Presidente Rouhani. Peccato che, mentre i parlamentari protestano contro Hosseini, non fanno nulla per eliminare tutte le leggi che opprimono le donne in Iran. Proprio durante il primo mandato Rouhani, alle donne è stato persino vietato di andare liberamente in giro con la bicicletta (al fine di non provocare la libido maschile).
Per quanto concerne l’Onda Verde, infine, nonostante le promesse della campagna elettorale del 2013, Hassan Rouhani non ha fatto nulla per liberare Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi, i due leader del movimento di protesta del 2009, costretti agli arresti domiciliari dal 2011, senza neanche aver mai subito un processo o una accusa formale.
Link: