Le Nazioni Unite hanno approvato una nuova risoluzione che, pur elogiando i buoni propositi (a parole) del Governo iraniano, condanna gli abusi dei diritti umani da parte del regime khomenista.
In particolare, tra le altre cose, la Risoluzione condanna l’uso indiscriminato della pena di morte; gli abusi sui detenuti (in particolare il diniego alle cure mediche); la mancanza di libertà civili; le minacce agli attivisti per i diritti umani; la censura contro la stampa; le persecuzioni contro le minoranze; le donne, gli artisti; i leader studenteschi e i sindacalisti; le discriminazioni contro la Comunità Baha’i, considerata una setta peccaminosa e contro cui il regime attua una vera e propria politica di apartheid.
La risoluzione, quindi, si conclude chiedendo al regime iraniano di tramutare le promesse in fatti e di mutare atteggiamento, cooperando maggiormente con Ahmed Shaheed, Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite per i Diritti Umani in Iran.
Va sottolineato e accolto con favore, il fatto che tra gli 85 Paesi che hanno votato in favore di questa risoluzione ONU, approvata il 31 ottobre scorso, c’è stato anche il parere favorevole dell’Italia. C’è da chiedersi se questo voto favorevole, rappresenti finalmente un cambiamento di passo da parte del Governo italiano, con la scelta di porre delle precondizioni nelle nuove relazioni con Teheran.
Purtroppo, sembra ovvio che il regime iraniano farà orecchie da mercante davanti a questa nuova bocciatura internazionale. Cosi come è sicuro che, nonostante le richieste dell’ONU, Teheran non aprirà i suoi confini ad Ahmed Shaheed, rifiutandogli nuovamente la possibilità di visitare di persona la Repubblica Islamica.
Fonte:
https://www.iranhumanrights.org/2016/11/un-resolution-november15/ http://www.un.org/ga/search/view_doc.asp?symbol=A/C.3/71/L.25