Si sta riunendo in questi giorni in Corea del Sud (precisamente a Busan) il FATF, ovvero il Financial Action Task Force. Si tratta di un organo internazionale interministeriale di primaria importanza, che ha come compito quello di stabilire degli standard e norme, al fine di combattere il riciclo di denaro e il finanziamento al terrorismo internazionale. Grazie giudizio del FATF, quindi, un investitore internazionale può capire quanto rischia avviando il suo business in un Paese insicuro.
Da anni, quindi, il FATF classifica l’Iran tra i Paesi ad alta corruzione, con un altissimo rischio di riciclo del denaro, proprio al fine di sostenere il terrorismo internazionale. Dalla fine delle sanzioni, quindi, e’ in atto una attività di lobby fortissima da parte del regime iraniano, per cambiare il giudizio del FATF ed attrarre maggiori investimenti. Peccato che il regime iraniano non sia cambiato in alcun modo e continua a perseguire le peggiori pratiche d’illeciti finanziari.
Proprio al fine di evitare che il FATF muti il suo giudizio su Teheran, dagli Stati Uniti e’ arrivata in Corea del Sud una lettera della United Against Nuclear Iran, organizzazione no-profit che da anni si occupa non solo di prevenire che l’Iran ottenga la bomba nucleare, ma anche che il mondo avvii con la Repubblica Islamica un rapporto economico che sia a solo vantaggio delle Guardie Rivoluzionarie (che controllano oltre il 40% dell’economia del Paese).
Questa lettera ricorda al board del FATF che Teheran continua a sostenere numerosi gruppi armati, ricordando che proprio quest’anno il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato l’Iran il “primo Stato sponsor del terrorismo internazionale”. Viene anche aggiunto che, sempre gli Stati Uniti, hanno ribadito che l’Iran resta un Paese di “assoluto timore” per quanto concerne il riciclaggio di denaro. Continuare ad esprimere un parere negativo sulla Repubblica Islamica dell’Iran, quindi, significa direttamente difendere il sistema finanziario mondiale, evitando che diventi corresponsabile delle pratiche eversive dei Mullah.
La lettera è firmata da rappresentanti del mondo della diplomazia e della sicurezza internazionale. Tra loro vogliamo ricordare l’Ambasciatore Dennis Ross, ex collaboratore di Obama, Tamir Pardo, ex capo del Mossad, l’Ambasciatore Mark Lagon, ex Direttore del Dipartimento anti-traffico di esseri umani del Dipartimento di Stato e Irwin Cotler, ex Ministro della Giustizia del Canada. La lettera, cosa più importante per l’Italia, porta anche la firma dell’Ambasciatore Giulio Terzi, da poco divenuto advisory member della UANI e in prima fila nel tentativo di impedire che l’Italia diventi la “porta d’ingresso” del regime iraniano verso l’Europa.
Ci auguriamo davvero che il FATF ascolti quest’ appello e non muti la sua posizione verso Teheran. Soprattutto, ci auguriamo che l’Italia stessa, rappresentata nel FATF, contribuisca attivamente a mantenere questa posizione di tutela degli investitori italiani.
Fonti
http://www2.unitedagainstnucleariran.com/sites/default/files/UANI_Open-Letter_FATF_06-21-2016.pdf