Dayo Oshadogan
“In Italia si e’ fatto ancora poco contro il razzismo ma la decisione drastica di Tagliavento di sospendere la partita di Cagliari e’ un inizio nella direzione giusta”. Lo ha detto ai microfoni di CNRmedia Dayo Oshadogan, 34 anni ex difensore di Roma e Foggia e primo calciatore di colore a vestire la maglia della nazionale italiana (Under 21), commentando la scelta dell’arbitro di Cagliari-Inter di sospendere per qualche minuto la partita in seguito ai cori razzisti dei tifosi sardi ai danni dell’attaccante nerazzurro Eto’o. “E’ un inizio -ha spiegato Oshadogan- la cosa che mi dispiace e’ che proprio lo sport debba pagare ma qualcosa si deve fare. Sento parlare di queste cose da quando gioco, e sono ormai 15/16 anni, e ancora oggi se ne parla, quindi si e’ fatto ancora poco. Soluzioni drastiche come quella di Tagliavento anche se nell’immediato rischiano di penalizzare gli sportivi però possono portare a una visione piu’ civile dello sport che poi deve essere uno spettacolo”.L’ex difensore romanista, che ha militato anche in Francia e in Polonia, ha poi parlato della differenza che sono all’estero. “Fortunatamente fuori dall’Italia non ho incontrato episodi di razzismo. All’estero hanno cominciato a muoversi concretamente prima e i risultati si vedono. In Francia per esempio quando sono successi casi come quello di Cagliari si e’ arrivati a penalizzazioni in classifica della squadra con i tifosi razzisti. In Italia, sia che si parli di razzismo sia che si parli di violenza negli stadi, il problema e’ che c’e’ una cultura poco sportiva. In Inghilterra, Francia e Spagna la gente va a vedere uno spettacolo da noi non c’e’ quella mentalità”. Per Oshadogan la soluzione e’ cominciare a usare misure drastiche “poi sono sicuro che sarebbero i veri tifosi ad allontanare le mele marce per godersi lo spettacolo. Prima si adottano queste misure, prima si riesce a portare una generazione nuova e migliore negli stadi”. (fonte Adnkronos – immagine da www.laroma24.it)
