Vivere di più, vivere meglio. Nel Paese più vecchio d’Occidente a una buona notizia – l’aumento del tasso di longevità – fa da contraltare un’esigenza scomoda: rivoluzionare la spesa sanitaria. E renderla a misura di un nuovo welfare che sulla cura alla persona e sulla qualità della vita decide di scommettere. E di investire per il futuro.
Il progresso scientifico e quello tecnologico stanno contribuendo a una profonda trasformazione del concetto di salute e, di conseguenza, della stessa idea di “sanità”. Il binomio sano-malato delimita ormai solo una parte specifica di un’area più ampia che arriva a comprendere la qualità della vita e il benessere oggettivo e percepito di ogni persona. Accanto alle tradizionali funzioni di prevenzione, cura e riabilitazione, la Sanità oggi è chiamata – e lo sarà sempre di più in futuro – a svolgere compiti di tutela e di implementazione del benessere dei cittadini nella loro accezione più estesa. Ne consegue che il mondo della Salute diviene questione ancora e sempre più centrale e onerosa per il decisore pubblico: si tratta infatti al tempo stesso del comparto che più di altri è in espansione per motivi demografici (invecchiamento popolazione) e culturali (maggiore attenzione alla tematica), così come di quello su cui si concentrano le maggiori aspettative di razionalizzazione e contenimento attraverso i processi di revisione della spesa. Per garantire lo sviluppo del sistema sanitario italiano, al di là dell’importanza della riduzione dei suoi volumi in termini di spesa (sui cui margini di recupero di risorse ed efficacia concordano, ormai, tutti gli operatori), è opportuno un cambio di prospettiva. Un outcome elevato del comparto è in grado di generare sensibili effetti positivi: non solo sulla qualità della vita dei cittadini, ma anche sulla produttività della nazione e sulla competitività del sistema paese. In questo senso diventa cruciale saper identificare quelle voci di spesa che in realtà tali non sono, in quanto costituiscono un investimento sul futuro. Prevenzione delle malattie e promozione della qualità della vita diventano infatti, oggi ancor più di ieri, elementi importanti su cui puntare per ipotizzare una riduzione strutturale delle spese future. Inoltre è opportuno sottolineare che la possibilità di produrre ricchezza tramite la Salute e, per converso, produrre Salute tramite ricchezza, è una condizione necessaria per nazioni che, come l’Italia, intendano perseguire con costanza il miglioramento degli standard di cura dei cittadini oltre che rimanere, sul medesimo terreno, un riferimento importante per i paesi in via di sviluppo ed emergenti. Assumendo come è sua abitudine un punto di vista “eccentrico” e costruttivo, veDrò intende lanciare una sfida culturale ed economica, proponendosi di indagare il “mondo sanitario” in primo luogo come macro-settore produttivo. La riflessione muoverà dunque dall’analisi dei cambiamenti in corso e dalla quantificazione dell’indotto creato dalla produzione ed erogazione di “salute”, per soffermarsi poi sulle diverse tematiche che coinvolgono le politiche sanitarie, il ruolo dell’associazionismo e dei corpi intermedi, il benessere del cittadino e la dimensione industriale associata. In questo modo i partecipanti saranno in grado di delineare le potenzialità del Sistema Healthcare in termini di occupazione e di investimento in ricerca e sviluppo, ma anche di immaginare i migliori approcci strategici per trasformarne la percezione da semplice voce di spesa a fattore di crescita economica e sociale per il Paese. Coordinano Riccardo Capecchi, tesoriere veDrò; Emanuele Caroppo, psichiatra, professore di fondamenti di psicoterapia, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, psicoanalista membro associato della Società 18 psicoanalitica italiana e della International psychoanalytical association, responsabile dell’area scientifica e dell’analisi psico-sociale di veDrò; Patrizia Ravaioli, direttore generale Croce Rossa Italiana; Hanno già confermato la loro presenza: Mauro Berruto, commissario tecnico nazionale italiana di volley; Mario Davinelli, bioingegnere pharmaceutical product development Inc; Vito De Filippo, presidente Regione Basilicata; Massimo Fini, direttore scientifico IRCSS, San Raffaele pisana; Maria Giovanna Gatti, responsabile comunicazione Istituto europeo di oncologia; Antonio Gaudioso, segretario generale Cittadinanzattiva; Corrado Lanino, Project Manager, Piano Ristutturazione IT Sanità; Riccardo Lattanzi, assistant professor of radiology, New York University school of medicine; Valentina Mantua, medico psichiatra, dirigente Agenzia Italiana del Farmaco; Andrea Paci, professore di economia e gestione delle imprese Università di Firenze; Mauro Melis, amministratore delegato Istituto europeo di oncologia e Centro cardiologico monzino; Mario Modolo, dirigente regionale dei servizi sociali Regione Veneto; Luca Pani, direttore generale Agenzia Italiana del Farmaco; Michele Petochi, World economic forum; Pietro Pipi, dirigente Croce rossa italiana; Renata Polverini, presidente Regione Lazio; Maurizio Simmaco, professore di biologia molecolare Università la Sapienza, Roma; Concetto Vasta, direttore generale Fondazione Ely Lilli; Simona Clivia Zucchett, vicepresidente Equality.
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