E’ in calendario per domani la Camera dei Deputati discuterà la modifica dell’8 per mille per quanto riguarda la destinazione statale. In teoria secondo quanto già previsto oggi, i soldi spettanti allo Stato dovrebbero essere impiegati per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali. La verità che tutti i governi, che si sono succeduti in questi anni, hanno dirottato questi fondi per altre destinazioni, quindi, la proposta del governo e sostenuta anche dalle opposizioni, è di precisare meglio la normativa. Nell’occasione nelle varie relazioni preparatorie alla discussione emergono i dati della ripartizione dei fondi, riferiti all’ultimo rilevamento disponibile del 2006. Si legge: “Allo Stato è andato il 12 per cento delle scelte, alla Chiesa cattolica l’85 per cento, alle altre confessioni il 3 per cento circa, tutto compreso. La quota da ripartire, quindi, complessivamente, è stata di 1 miliardo e 150 milioni di euro. Parliamo quindi di cifre piuttosto importanti, di cui 977 milioni di euro alla Chiesa cattolica, 151 milioni di euro allo Stato e circa 20 milioni di euro alle altre confessioni”. La verità è che solamente il 43,5% dei contribuenti ha indicato nel 2006 la propria scelta, allo stesso modo l’8 per mille è destinato sul 100% dei contribuenti. Il meccanismo truffaldino, che favorisce da sempre la Chiesa cattolica, neanche in quest’occasione è messo in discussione, anche se da parte di diversi deputati sarà sollevata la questione, per cui un trucco, escogitato dall’allora consulente del Governo Giulio Tremonti, continui a fornire alla gerarchia cattolica soldi non dovuti. Questo meccanismo, molto criticato e fonte d’imbarazzo da ampi settori del popolo di Dio, è strenuamente difeso dalla Cei, che proprio in questi giorni ha fatto la morale alla politica, dimenticandosi di quanti privilegi e meccanismi fiscali è riuscita ad aggiudicarsi, non tanto per aiutare i poveri, ma per rafforzare la sua struttura territoriale e il pagamento dei suoi stipendi.
Aurelio Mancuso – Presidente Equality Italia